La giornalista Grazia Pitorri ha intervistato Antonia Sautter, geniale ed eclettica stilista ed ideatrice ed organizzatrice dello storico “Ballo del Doge” a Venezia
Time for a New Renaissance – Venezia è la capitale assoluta del carnevale, in questi giorni è bellissimo e magico al tempo stesso passeggiare tra i calli ed incontrare maschere incredibili che ci riportano ai grandi fasti di questa magnifica città sull’acqua che tutto il mondo sogna di visitare.
Sabato si terrà il famoso, esclusivo ed attesissimo Ballo del Doge, un party (riduttivo definirlo così) negli ampi e storici saloni di Palazzo Pisani Moretta, organizzato dalla regina delle coreografie, Antonia Sautter. L’evento mascherato, dopo un periodo di black out causato dalla pandemia, è pronto a ripartire con alcune novità assolute che volgono lo sguardo mascherato sia al futuro che alla storia che si respira in tutta Venezia.
Sempre alla ricerca di nuovi tessuti e coreografie, la carismatica signora Sautter è anche una affermata stilista e possiede un museo dei costumi di carnevale visitabile previo appuntamento tutto l’anno. Ecco il racconto di questo momento di magia.
Antonia, dopo un anno di black out torna uno degli eventi più esclusivi al mondo: Il Ballo del Doge. Che emozione prova lei che ne è la direttrice artistica?
Sono prontissima, tra due giorni, il 26 febbraio a Palazzo Pisani Moretta partirà la XXIX edizione de il Ballo del Doge sotto la mia direzione artistica, ma io mi sento ancora una debuttante.
Ogni volta provo una grande felicità, un po’ di ansia, molta trepidazione e qualche oggettiva preoccupazione in più̀. Non è stato facile scegliere di rimettere in moto una produzione artistica così complessa – al Ballo del Doge lavorano oltre 400 persone – in tempi così incerti come quelli che stiamo attraversando, e dopo quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni.
Tuttavia, come imprenditrice nel mondo dell’intrattenimento, mi è parso importante dare un chiaro segnale di fiducia e rinascita non solo ai miei ospiti e alla mia città, ma anche ai tanti artisti e alle maestranze che da anni collaborano con me.
Sono davvero sicura che sia …Time for a New Renaissance, come ho intitolato il mio spettacolo: tempo di rinascita per tutti noi!
Questo meraviglioso ballo in maschera affonda le radici nella storia che da lei viene annualmente rispettata. Ci può̀ raccontare come nacque questo appuntamento?
Il Ballo del Doge nasce da un incontro fortunato e da tutta l’energia e l’intraprendenza e l’incoscienza dei miei vent’anni.
Nei primi anni Novanta, Terry Jones, lo storico membro dei Monty Python, si trovava a Venezia alla ricerca di costumi e scenografie per un documentario sulle crociate per la BBC.
Io ero da poco rientrata da New York e avevo aperto una mia bottega artigianale.
Ci siamo incontrati e mi ha proposto di lavorare con lui per mettere in scena la quarta crociata che lui voleva rappresentata metaforicamente con una grande festa in uno storico palazzo veneziano. Fu così che nacque Il Ballo del Doge!
Ogni anno lei con il suo staff ricerca costumi unici e di altissimo pregio. Come fa a comprendere quando un travestimento è più̀ adatto ad una persona rispetto ad un’altra?
Il Ballo del Doge non è un semplice ballo in maschera, per accedervi tutti gli ospiti – così come il personale – devono indossare un costume d’epoca.
Negli anni, ho realizzato oltre 1.000 costumi sartoriali che conservo, in parte, nel mio Atelier di San Marco (l’Atelier è aperto per visite guidate e noleggio di costumi al pubblico previo appuntamento). Ci sono abiti di regine della storia, di dogi e dignitari, di personaggi fiabeschi o di grandi personalità̀ che hanno reso famosa Venezia, da Marco Polo a Casanova.
Per esperienza, direi che è come se fosse l’abito a scegliere da chi vuole essere indossato. Spesso succede qualcosa di magico; gli ospiti entrano nel mio atelier per scegliere un costume, e magari hanno in mente un personaggio o un colore, ma poi vedono un costume e ne sono attratti. Quando escono dal camerino con indosso quell’abito che li ha “richiamati”, hanno spesso attitudine e movenze nuove.
Lei è anche una nota stilista e spesso nelle sue creazioni, uniche e particolari, la città di Venezia è l’elemento determinante. Ci racconta il suo rapporto con questa città così romantica?
Venezia non è solo la città dove sono nata e dove ho scelto di vivere, è anche la mia musa e co-autrice di stile. Le sue trame, i suoi incantevoli riflessi, i suoi tesori artistici e architettonici sono per me inesauribili fonti di ispirazione che declino nelle forme dei miei accessori e nei motivi dei preziosi tessuti stampati che utilizzo per confezionare le mie linee di moda. Tutte le mie creazioni, dalle Pantuffe ai kimono, sono fatte a mano a Venezia, con metodi tradizionali di alto artigianato che mi sono impegnata a preservare. Durante il lockdown ho avviato anche una boutique virtuale per esportare l’incanto di Venezia in giro per il mondo: antoniasautter.boutique/
Negli anni il jet set internazionale ha preso parte al Ballo del Doge. Quali personaggi le sono rimasti nel cuore per il loro travestimento?
Il rispetto della privacy dei nostri ospiti è uno dei fiori all’occhiello de il Ballo del Doge, proprio perché́́ il Carnevale rappresenta la libertà, di essere chi si vuole per una notte. Posso dirle che mi ha molto divertito un ospite musulmano che ha insistito per travestirsi da papa, e che ho un ricordo caro della presenza scintillante di una vera regina, Marta Marzotto.
Non tutti hanno la possibilità̀ di partecipare al suo ballo, ma il carnevale di Venezia è per tutti. Secondo lei cosa non deve mai mancare quando decidiamo di travestirci?
Io amo il carnevale da quando ero bambina e mia mamma mi confezionava un abito con stoffe di ripiego invitandomi a travestirmi e sognare. Credo che un abito, una maschera, abbia il potere di trasformarci, come nelle fiabe. Non deve mai mancare la fantasia e la voglia di giocare. Il Carnevale, per come lo viviamo qui a Venezia, è un grande gioco collettivo cui tutti possono partecipare, e di cui abbiamo un gran bisogno soprattutto adesso, dopo mesi e mesi di isolamento.
di Grazia PITORRI
Posted by Woman & Bride