La Wedding Marketing Specialist, Ines Pesce si racconta a Woman & Bride
Ines Pesce si definisce un avvocato pentito.
Laureata in Giurisprudenza ed abilitata alla professione forense, dopo cinque anni comprende che la sua Mission professionale è un’altra e con dedizione ed un pizzico di coraggio, diventa cittadina del mondo e studia Marketing e Comunicazione in tutta Europa: dall’Italia alla Francia, passando per l’Inghilterra, torna in Italia ed inizia a lavorare prima in un’importante agenzia di sport marketing, a Roma e, successivamente in una grande multinazionale del design che le consente di fare esperienza con clienti del calibro di Louis Vuitton, Hermes, Cartier, Estée Lauder fino a che decide di ritornare nella sua terra natale, la Puglia.
Qui inizia a collaborare con l’agenzia Daruma Adv della quale oggi è CMO (Chief Marketing Officer). Dopo qualche anno, fonda Daruma for Wedding, una costola di Daruma, specializzata in quello che per Ines diventa il suo settore di riferimento, il wedding.
Ines Pesce è, ad oggi, tra le professioniste del settore più note ed affermate in Italia, antesignana ed ideatrice del Marketing applicato al mondo del Wedding, un settore messo quasi in ginocchio dalla pandemia.
Ines, grazie alle tue competenze, molti operatori del settore del Wedding sono stati in grado di affrontare con successo il mercato, profilando correttamente i propri marchi e raccogliendo ambiti consensi.
Poi è arrivata la pandemia che ha messo il comparto in ginocchio. Come hai affrontato questo periodo?
La parola (o l’hashtag) #quarantenaoperativa potrebbe suonar familiare a qualcuno e dirla lunga su come ho affrontato la pandemia sin da subito.
Era il 6 marzo 2020 quando, in concomitanza dell’annuncio di quello che sarebbe stato il primo di una lunga serie di lockdown nazionali, ho lanciato un periodo di formazione e supporto gratuito per tutti i professionisti del matrimonio.
Sapevo che ciò che stavamo per affrontare era qualcosa di grande e che bisognava rimanere attivi e non passivi osservatori.
Per tre settimane (sabato e domenica inclusi) ho tenuto corsi gratuiti sui temi del business e del marketing applicati al wedding, coinvolgendo anche i miei colleghi più autorevoli sui temi del marketing operativo.
Questo ha permesso ai professionisti di rimanere sul pezzo, concentrati sui propri business e pronti a prendere decisioni che sarebbero state inevitabilmente repentine, ma sensate, visto il periodo incerto che stavamo affrontando.
StartUp Italia ha inserito i miei corsi nel calendario di webinar e i corsi da non perdere nel periodo #iorestoacasa
Oggi possiamo affermare di essere ormai quasi entrati nel periodo post pandemico, come è cambiato il mercato del wedding, ci sono nuovi trend?
Per quanto riguarda i professionisti del settore, la pandemia ha scoperto tanta polvere che già da lungo tempo giaceva, nascosta, sotto i tappeti degli uffici, boutique, atelier, botteghe, studi della maggior parte dei professionisti del wedding: la disorganizzazione aziendale.
Un problema tipico di qualsiasi PMI in Italia.
Questo ha comportato inevitabilmente un caos nel settore, più che un trend, nel momento dell’esubero di lavoro post pandemico (l’anno in corso è il vero anno del boom).
I professionisti, già poco avvezzi ad un approccio imprenditoriale prima, oggi, nel periodo di ripresa post pandemica, si sono ritrovati a gestire volumi di lavoro che necessitavano di un’organizzazione già acquisita che, purtroppo, non c’è stata, salvo casi eccezionali.
Praticamente tutti gli operatori di settore, mi hanno confidato delle difficoltà riscontrate in questo periodo durante i wedding day.
Le conseguenze del lavoro disorganizzato di questo periodo, dunque, possiamo immaginarle ma, tangibilmente, potremo vederne i reali esiti solo tra qualche mese, al netto di una fase di analisi e di studio nella quale sicuramente mi cimenterò.
Per quanto riguarda gli sposi, invece, chi si è sposato quest’anno, potrebbe veicolare un messaggio di maggiore diffidenza nei confronti dei professionisti del matrimonio, laddove la categoria più danneggiata (e inflazionata) è quella delle wedding planner che ancor oggi rappresentano per il 90% delle coppie una figura di dubbia utilità, purtroppo.
Parlando con gli sposi, ho modo di sentire differenti, gravi, problematiche: fotografi disallineati sul planning, location senza il personale di servizio, wedding planner a cui correre dietro, fioristi senza fiori, noleggiatori senza merce, ecc.
In definitiva, direi che, allo stato attuale, non credo sia possibile parlare di “nuovi trend” ma è verosimile che dal prossimo anno potremmo incontrare un numero di professionisti del matrimonio che, reduci da una terapia d’urto, approccino ai propri business in modo più consapevole e, quindi, da veri wedding entrepreneur.
Se così fosse, abbiamo buone possibilità di vedere molti Gold Flamingo* nei prossimi anni e questo sì che sarebbe un bel trend.
La pandemia è stata veicolo di cambiamenti anche per gli sposi? Quali sono le richieste attuali?
La pandemia ha inciso tantissimo sul comportamento d’acquisto degli sposi rendendoli più indecisi e ancora più digitali soprattutto nella fase dell’awareness e della consideration.
Oggi più che mai, le future coppie di sposi avvertono la necessità di un valido supporto ma anche di vagliare e soppesare le tante opzioni disponibili durante le caotiche fasi centrali del percorso di acquisto (esplorazione e valutazione):
Cercano aiuto e conferme negli altri
Cercano esperti attendibili a cui affidarsi
Subiscono maggiormente il fascino della parola “gratis”
Ricercano soluzioni snelle, servizi fluidi, semplici ed allineati alle loro esigenze reali.
E gli operatori di settore? Coloro che sono riusciti a mantenere salde le redini delle proprie aziende hanno cambiato il loro marketing aziendale? Se sì, come?
I professionisti del wedding che avevano già un approccio imprenditoriale, già “Gold Flamingo” quindi – afferma sorridendo Ines – sono quelli che sono riusciti meglio a tenere le redini delle proprie aziende ben salde e che hanno addirittura colto degli elementi di trasformazione positiva durante il covid, tanto da mantenere anche nel post pandemia tali trasformazioni.
Questi imprenditori sono stati attenti, empatici, ottimisti oltreché competenti.
Non si può dire infatti che “abbiano cambiato il loro marketing” perché in effetti il marketing quando esiste in un’azienda è sempre soggetto a cambiamento. Piuttosto questi professionisti sono stati reattivi ed hanno “solo” realizzato dei cambiamenti tempestivi, cioè al momento giusto e nel modo giusto, da veri imprenditori.
In un momento storico così particolare come quello attuale, cosa consiglieresti ai futuri sposi ed agli operatori di settore?
Agli sposi consiglio di affidarsi di più all’esperienza dei professionisti, di ascoltare quindi i consigli esperti e non quelli di amici e parenti che raccontano esperienze soggettive.
Al tempo stesso invito loro, nonostante la tendenza a fare tutto online, di incontrare i professionisti personalmente perché il contatto personale è tutt’altro rispetto a ciò che emerge da una foto Instagram, nel bene e nel male.
Ai professionisti del matrimonio, la categoria che mi sta più a cuore, consiglio di cominciare a fare gli imprenditori cercando di essere quanto più organizzati possibile sul fronte aziendale: questo consentirà loro di essere dei professionisti ancora migliori e rendere ai propri clienti un servizio qualitativamente superiore.
È questo il segreto che cela la Teoria del Gold Flamingo.
Ines, come vedi il futuro per il comparto del Wedding?
Se i miei moniti dovessero essere ascoltati, il wedding avrebbe un futuro davvero roseo: i professionisti del matrimonio meritano di essere considerati come una delle categorie del made in Italy da tutelare e valorizzare perché il lavoro sinergico dei tanti professionisti che concorrono nella realizzazione di un matrimonio è qualcosa di inimitabile se pensiamo all’irripetibilità dell’evento.
Posted by Woman & Bride
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