Ecco perché alcuni stilisti hanno saltato la New York Bridal Fashion Week per la stagione 2021
La Bridal Fashion Week 2021 doveva svolgersi a New York in aprile, ma è stata cancellata, come molte altre manifestazioni, a causa del dilagarsi della pandemia per il coronavirus Covid 19. Quando gli organizzatori hanno dato l’annuncio il 12 marzo, hanno suggerito ai designer di produrre presentazioni video o live streaming, e il CFDA (Council Fashion Designs of America, la Camera della Moda Americana) ha sostenuto questa dichiarazione esortando gli stilisti a “riformattare gli spettacoli dal vivo e le sfilate programmate e presentare entro un mese la collezione in modo digitale o in simile formato”.
Sfortunatamente con questa tempistica ristretta non tutte le Maison iscritte alla manifestazione sono riuscite a concludere le collezioni, sviluppare una nuova strategia, concettualizzare un video o una presentazione in digitale e condividerlo con la stampa, gli acquirenti e i clienti, è stata una sorpresa ed alcuni di loro non sono riusciti a farcela. Anche qui in Italia ci sono stati problemi nel settore e in manifestazioni analoghe, ma vediamo come hanno affrontato il problema oltreoceano.
Il più grande ostacolo per la maggior parte dei designer era semplicemente completare gli abiti in tempo: Lela Rose ha rivelato che aveva solo metà collezione terminata ma l’altra metà era ancora in lavorazione e probabilmente non sarebbe stata finita in tempo finché il suo team non fosse tornato in Atelier dopo il lockdown: “Non siamo riusciti a sviluppare tutto questo lavoro di progettazione da remoto, siamo abituati ad avere così tante mani a lavorare sui nostri abiti, dalla modellistica al drappeggio, dal taglio al ricamo, la selezione dei tessuti e perfino le sfumature di colore e gli strati che compongono un abito vanno visti da vicino… ci è sembrato impossibile ricreare questo processo di creazione da remoto, attraverso lo schermo di un computer”.
Invece di presentare una collezione ridotta on-line, che richiederebbe anche l’assunzione temporanea di una modella e di un fotografo, Lela Rose ha deciso di saltare la stagione e aspettare la Bridal Week di Ottobreper le collezioni Autunno Inverno 2021/22. “Sembrerà strano non mostrare nuovi abiti, ma abbiamo anche una collezione esistente di così tanti modelli meravigliosi” – hanno detto dalla Maison – “penso che questo brutto periodo abbia fatto riflettere me e molti altri miei colleghi sul fatto che tutto questo nuovo, nuovo, nuovo a tutti i costi è davvero ancora necessario o se si tratti di un eccesso per un consumismo ormai in calo”. Lela Rose ha aggiunto che offrirà l’opzione di personalizzazione gratuita se le clienti sceglieranno gli abiti della collezione attuale.
In effetti, è possibile che le spose che fanno acquisti entro la fine dell’anno non si accorgano nemmeno che non ci sono vestiti “nuovi” tra cui scegliere: ciò solleva la questione se le collezioni stagionali siano necessarie o meno per chi crea abiti da sposa. Questi sono già stagionali per natura e l’aspetto su misura significa che le clienti hanno sempre l’opportunità di scegliere abiti delle stagioni passate finché non trovano il vestito che desiderano per il giorno del loro “sì”.
Lela Rose non è l’unica Maison che aspetterà ottobre per sfilare: anche Vera Wang, Carly Cushnie, Temperly London e Anne Barge rimandano le loro collezioni all’autunno, altri come Marchesa, Monique Lhullier, Atelier Pronovias e Danielle Frankel sperano ancora di mostrare le loro creazioni anche un mese o due dopo la Bridal Week, e solo una manciata di designer sono stati in grado di finire le loro collezioni in tempo tra cui Reem Acra, Viktor & Rolf, Amsale, Roland Mouret e Galvan, mentre marchi prestigiosi come Caroline Herrera e Oscar De La Renta finora non hanno rilasciato dichiarazioni.
“Il posticipo è l’unico modo per adeguare le nostre problematiche di produzione alla creazione della collezione” – ha dichiarato Danielle Frankel – “stiamo riuscendo a creare i nuovi modelli con la maggior parte del personale da casa, e questi saranno offerti direttamente al consumatore ad un prezzo più basso rispetto a quello dei nostri soliti abiti da sposa. Non salteremo la stagione poiché eravamo già in fase di sviluppo, tuttavia il nostro prodotto dovrà uscire in maniera graduale con diversi lanci pubblicitari già dalla fine di maggio viste le nuove tempistiche di produzione”.
Quella di Danielle Frankel si è dimostrata una delle poche maison pronta per una presentazione digitale e per il lavoro a distanza e già da tempo era in procinto di rilanciare il suo sito di e-commerce per introdurre appuntamenti e allestimenti virtuali: “La nostra strategia si era già spostata sul pensare a come condividere la nostra collezione in un modo nuovo, la produzione a pieni ritmi come una volta è ancora una sfida, ed è qualcosa che il cliente finale non sa. Alcune delle nostre modelliste o sarte campionariste lavorano da casa, ma è difficile dato che il nostro è un lavoro principalmente tattile! Video e foto dettagliate ravvicinate ci aiutano a documentare finiture e dettagli anche più piccoli e non possiamo permetterci più errori o sbavature per rifinire le nostre creazioni. Il nostro team è entusiasta di far funzionare i nuovi metodi al meglio e di esercitare le capacità acquisite in maniera diversa”.
Il rinvio delle loro collezioni primaverili ha anche ispirato alcuni stilisti ad attuare cambiamenti più permanenti in futuro. La Frankel stessa ha confermato che in autunno vorrebbe essere inserita nel calendario del Pret-a-Porter che si svolge a febbraio e settembre a differenza del programma di aprile e ottobre della Bridal Week, senza contare che la moda pronta opera anche con sei mesi di anticipo anziché un anno intero: “Le nostre clienti acquisteranno il loro abito da sposa nello stesso modo in cui acquistano un capo di Pret-a-Porter, e questo ci consentirà di raggiungere più donne” – ha spiegato la stilista – “Venderemo ancora con il marchio Bridal, ma alcuni capi della collezione saranno disponibili in taglie standard o pronti all’uso nonché in vendita on-line. Non è realistico che le spose aspettino 5 o 6 mesi per ricevere il loro abito” – ha aggiunto – “Molte di loro vogliono portare l’abito da sposa a casa il giorno stesso che lo comprano, ma noi saremo sempre a disposizione per gli abiti personalizzati e su misura, che avranno le loro tempistiche, e con le spose che proporranno direttamente le loro idee che il nostro studio stilistico sarà contento di realizzare”.
Alla fine, sono le spose che guidano il cambiamento in questo mercato, e le loro esigenze e desideri continuano a cambiare sia in mezzo a questa pandemia che dopo. Gli stilisti dovranno essere più agili nelle idee ed essere disposti ad adattarsi, sia che si tratti di incontrare virtualmente le clienti, modificare le loro tempistiche di produzione o regolarizzare la cadenza delle collezioni stagionali. “Questa è un’opportunità per ripensare a tutto” – ha aggiunto Lela Rose – “Non so se gli abiti debbano essere mostrati due volte l’anno, ma preferirei mostrarli in una occasione unica e in maniera per me soddisfacente. Questo eccesso di produzione è ormai opprimente e voglio concentrarmi su ciò che abbiamo già, ci sono modi per renderlo non solo più nuovo ma anche migliore!”.
Di Armando Terribili
Posted by Woman & Bride
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