Romeo Gigli: la nuova collezione.
“Il fiore è un dono: è un messaggio di speranza, gioia e bellezza, in un momento di buio e sofferenza. La donna che indossa questi abiti indossa un fiore: veste un dono di bellezza per la vita”
Romeo Gigli: la nuova collezione. La SS 2021 Romeo Gigli nasce da una sensibilità autentica, dalla necessità di presentare una proposta diversa dalla collezione tradizionale per formulare un auspicio concreto verso il cambiamento positivo, iniziando dal ritorno alla grande artigianalità italiana e dall’etica della durevolezza.
Romeo Gigli: la nuova collezione. 15 abiti esclusivi, su misura, che sono opera del Made in Italy più pregiato
I capi sono realizzati da laboratori sartoriali d’eccellenza del territorio milanese con sete pure provenienti da Como – e sono pensati senza stagionalità, bensì come un guardaroba prezioso e senza tempo.
L’anima della collezione pone le radici nel momento storico attuale e sboccia in un progetto speciale con al cuore un’alchimia di concretezza e poesia: Alessandro De Benedetti crea ogni abito con l’intento di adornare le donne in un inno alla femminilità, di attingere ai colori intensi suggeriti dalle corolle per dipingere un messaggio di positività e di formulare con l’eccellenza della confezione a mano l’invito importante a riscoprire il valore dell’alta artigianalità.
Romeo Gigli: la nuova collezione. Le ispirazioni di Alessandro De Benedetti
Per realizzarlo, s’immerge nella fascinazione dei fiori che abitano come spontaneo riferimento iconografico la sua immaginazione, e gli dà forma raccogliendo l’indimenticabile eredità estetica di Romeo Gigli: accoglie la sua predilezione per le prime epoche di stile del Novecento e la evolve spostandola negli anni ’40, dove riscopre nella couture sperimentale di Charles James il buon gusto della sartorialità costruita per costruire, oggi, una nuova eleganza.
Quasi fosse una magia, ogni abito racchiude dai sei ai quindici metri di seta per tramutarla in sculture contemporanee di leggerezza asciutta e perfetta, capolavori d’alta moda che trovano forma concreta nell’amore di Alessandro De Benedetti per la meraviglia che la façon del taglio in sbieco sa regalare: quando il tessuto prende vita sul manichino, ondeggia con raffinatezza sinuosa sul corpo e plasma la stoffa per disegnarci drappeggi e spiragli dalla delicatezza sensuale.
Come un coup-de-théâtre, ogni silhouette è un’opera di armonia tra sofisticatezza e seduzione, dove l’apparenza così composta da sembrare austera riserva tocchi diffusi di maestria stilistica che svelano con elegante sorpresa erotica la pelle nuda.
Abiti gioiello tutti diversi, scanditi dalla suggestione dei colori dei fiori e animati dall’ispirazione che dalle corolle immaginate abbraccia anche la cinematografia.
La collezione
Ogni abito è personalizzato da un nome e dischiude una storia unica, narrata attraverso un altro amore forte che allaccia De Benedetti allo stile di Romeo Gigli: l’arte sublime dei nodi. Esempio perfetto è Dalia Nera, dove la suggestione del fiore e della protagonista del celebre romanzo lo battezza col nome, mentre il raso lavato rouge noir, tinta che omaggia il colore tanto caro a Romeo Gigli, insieme allo chiffon nero è la materia con cui sono scolpiti drappeggi e plissé: qui, quello che sembra un intreccio sono invece pieghe circolari che si baciano nel centro e proseguono l’abbraccio in un nodo per formare il corpino.
L’opera di intrecci intriganti accade in ogni abito: i nodi diventano macro per far crescere magnifici petali rosa sulla schiena di quella che potrebbe essere la veste di una pittrice; nell’abito Primula aprono fessure sul corpo fino a divenire spille di nudo, dove il vero gioiello è il lavoro a traforo con l’uncinetto sulla seta per creare gocce di pelle; in Sabine s’avvinghiano in un grande torchon, stretti in una corda sensuale che sul retro apre uno spacco che è un vero colpo di scena; il Gardenia Nero custodisce un bouquet di piccoli nodi che suggella la sorpresa sul fondo della schiena rivelata, e orchestra una sinfonia tra sfumature lavanda e bordeaux che prosegue nelle pieghe della gonna, tagliate in modo da creare l’illusione di spighe di lavanda che spuntano dai nodi e ondeggiano al movimento.
Lo stupore creato dallo sbieco magistrale fa il resto: da un macro-triangolo nasce la manica a kimono che a sua volta con un’arricciatura dà vita al colletto asimmetrico; dalla seta habutai leggerissima si gonfia morbida la manica a palloncino; col supporto dell’organza interna nasce la manica fatta da canne in raso; ma anche due sole pince possono strutturare una manica asciutta e importante; o può persino accadere che le maniche diventino un grande fiocco astratto fatto di pieghe montate a creare un kimono dedicato al personaggio di Valentina.
Romeo Gigli: la nuova collezione
Quelli che sembrano vezzi di creatività sono invece intuizioni per una maggiore fruibilità: gli abiti hanno pinces elastiche a nido d’ape per offrire una maggiore vestibilità, mentre i guanti, le gorgiere e i braccialetti in chiffon plissettato hanno piccoli bottoni che consentono di staccarli in libertà.
Lo chiffon è materia di leggerezza con cui vestire altre figure affascinanti care all’immaginario cinematografico di De Benedetti: l’abito La Donna Che Visse Due Volte ha la delicatezza algida delle donne di Hitchcock e la perfezione del micro-plissé, Jean Rollin s’ispira alla raffinatezza delle donne vampiro dell’omonimo regista, La Sposa In Nero è la visione di una donna avvolta dal fumo misterioso, lo stesso del colore dello chiffon che la veste.
Fleurs En Soie by Rome Gigli
“A flower is a gift. A message of hope, joy, and beauty, which lights the darkest of moments and lifts the spirits. The woman who wears these dresses, wears a flower, a gift of eternal beauty.”
Romeo Gigli: the new collection. The SS_2021 Romeo Gigli collection stems from a real sense of awareness, from a need to offer something different, compared to the more traditional collection, and create a more affirmative, concrete idea of a positive change, starting with a return to great Italian craftsmanship and the ethics of durability.
Fifteen exclusive, hand-made dresses, the most precious examples of Made in Italy.
These garments are created in the most exclusive sartorial workshops in the Milanese area, with silks from Como – conceived with a non-seasonal vision, for a long-lasting and timeless wardrobe.
The soul of the collection has its roots in the current historical moment and blossoms into a special project with, at its heart, an alchemy of idealism and poetry: Alessandro De Benedetti creates each dress with the intent of adorning every woman with an ode to femininity, drawing on intense corolla-reminiscent colors to paint a message of positivity and formulate, with hand-made excellence, an invitation to rediscover the importance of high-craftsmanship.
The Inspirations
To accomplish this, he has immersed himself in the fascinating world of flowers, imagining in them spontaneous iconographic references and recreating the unforgettable aesthetic heritage of Romeo Gigli: embracing his passion for the styles of the Nineteenth century, evolving them, transporting them to the 1940s, where, thanks to Charles James’ experimental couture, he rediscovers a taste for elegant craftsmanship, presenting a new, modern elegance.
Each dress is a creation, made from six to fifteen meters of silk, transformed, as if by magic, into contemporary sculptures: lightweight, perfect. High fashion masterpieces which find their final form in Alessandro De Benedetti’s love of the bias cut, the way the fabric comes to life on the mannequin, flowing with sinuous refinement on the body, molding it to create delicate drapes and glimpses of sensuality.
Like a coup-de-théâtre, each silhouette is a work of harmony, sophistication, and seduction, where apparent austerity gives way to touches of stylistic mastery, revealing naked skin as an elegant, erotic surprise.
Precious masterpieces, each one different, made unique by the floral colors, animated by a cinema-inspired vision.
The Collection
Each dress has a specific name and its own backstory, highlighted by another passion that connects De Benedetti to Romeo Gigli: the sublime art of knots.
A perfect example of this is The Black Dahlia. It takes its named from both the flower and the titular character of the famous novel, while washed rouge noir satin, one of Romeo Gigli’s most beloved colors, and black chiffon, form its sculpted drapes and pleats.
These fascinating, hand-worked details are present in every dress: the knots become macro, and marvelous pink petals bloom on the shoulders of what could be the dress of an artist. In the Primula dress, petals become subtle slits, revealing glimpses of naked flesh, but the real gem here is the crocheted fretwork on silk, hinting at drop-shaped flashes of skin. On the other hand, the petals of the Sabine dress are entwined, tied by a sensual sash that opens to reveal a breathtaking split on the lower back, the Black Gardenia dress embodies a bouquet of tiny knots at the base of the low-cut lower back, in a symphony of lavender and burgundy shades, reflected in the pleats of the skirt, cut to create the illusion of spikes of lavender, peeking out from the knots as the dress moves.
The astonishing effect of skillful bias-cuts does the rest. From a macro-triangle, we see the creation of a kimono-inspired sleeve which, in turn, with the addition of a strategic ruffle, forms an asymmetrical collar. Super-light habutai silk takes flight to become a soft, puff-sleeve, the support of an organza lining brings a canes satin sleeve to life, and two simple pleats create a lean, dramatic sleeve. Sleeves becomes huge abstract bows, pleated, and structured to create a kimono in homage to the character of Valentina. What may seem an affectation of creativity are intuitions of an improved functionality: the dresses have honeycombed elastic smocking, targeting a greater wearability, whereas the gloves, ruffs and the pleated chiffon cuffs have tiny buttons for easy removal.
Chiffon is the essence of lightness and the perfect fabric for the beguiling figures of De Benedetti’s cinematic vision: The Vertigo dress, with the distinctive icy finesse of Hitchcock’s iconic women and the perfection of the micro-plissé. Jean Rollin was inspired by the sophistication of Hitchcock’s vampire women and The Bride Wore Black dress is a vision of a woman enveloped by a mysterious cloud of smoke, the same shade as the chiffon of her dress.
Teresa La Fosca Public Relations & Press Office
Posted by Woman & Bride
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