Storie, simboli e galateo di uno degli accessori più eleganti di sempre
Sfiziosi, frivoli, eccentrici o sobri, particolari, eleganti, immortali, sono i cappelli, oggetto del desidero di generazione di uomini e di donne, un tempo status symbol ed irrinunciabile accessorio per qualsiasi occasione.
Coco Chanel iniziò proprio così: disegnando e vendendo cappelli nella sua prima boutique alle signore della ricca nobiltà francese. Negli anni passati infatti, i cappelli erano indossati solo da donne benestanti, poi ci si è avviati verso una democratizzazione e l’utilizzo divenne di uso comune.
La storia del cappello affonda le radici nella notte dei tempi: nell’antico Egitto, il faraone ricopriva la parrucca con un berretto rosso o una tiara bianca, in Mesopotamia erano diffusi turbanti o berretti di pelliccia, mentre nell’antica Palestina i sacerdoti ebrei indossavano un cappello conico bianco. Nell’antica Grecia e nell’antica Roma invece l’uso del cappello perse ogni importanza per tornare poi prepotentemente durante il Medioevo. In questo periodo infatti, le donne impreziosivano i cappelli con nastrini colorati intrecciati o con fiori, invece per gli uomini era previsto un grande cappuccio che ricadeva sulle spalle. Nel Trecento il cappello era caratterizzato da un codino che poteva cadere a destra o a sinistra a seconda della posizione politica e sociale e proprio in quest’epoca troviamo le origini del cappello moderno che trovò la sua massima espressione nel Rinascimento, grazie alla sontuosità dei materiali e delle forme usati. Con l’introduzione delle parrucche il cappello assunse dimensioni sempre più importanti e per tutto il Settecento si impose il tricorno con le caratteristiche tre punte. Dopo il breve periodo rivoluzionario che pretese un ritorno alla semplicità, nell’Ottocento per gli uomini si diffuse una moda sobria, mentre per le donne invece dilagò la bizzarria e la stravaganza. Nel Novecento nacquero le bombette e le pagliette che ebbero una grande popolarità per tutto il secolo e divennero veri e propri Status Symbol, come nel caso dei celebri cappellini indossati dalla regina Elisabetta II che, sembra, dal giorno della sua incoronazione ne abbia indossati oltre cinquemila. Tutti diversi l’uno dall’altro.
Il cappello dunque non è solo un accessorio di moda ed un elegante ornamento ma ha assunto spesso valore semiotico e simbolico: basti pensare alla tradizione secondo la quale qualsiasi ornamento sul cappello di un uomo dovrebbe essere posto sul lato sinistro della testa. L’abitudine deriva infatti dall’uso di porre sul lato del cuore i pegni d’amore che il cavaliere riceveva dall’amata. Di contro, la donna ornava il cappello sulla destra.
Ad oggi cosa prevede il galateo per l’utilizzo del cappello?
Iniziamo col dire che, attualmente, il cappello non è più considerato un necessario corredo all’abito, come invece accadeva fino alla metà del secolo scorso, quando era addirittura considerato sconveniente non indossarlo. Al di là dei modelli sportivi di lana che hanno il mero scopo di ripararsi dal freddo dunque, il cappello viene indossato purtroppo solo in occasioni di cerimonie nuziali o eventi di carattere ufficiale.
Tuttavia, proprio perché non vi è più l’utilizzo di uso comune, a maggior ragione, è importante conoscere le regole di stile per indossare questo importante accessorio con disinvoltura ed eleganza. Iniziamo dunque col dire che le invitate possono indossare il cappello solo se la madre della sposa lo indossa o se il dress code specificato dagli sposi lo richiede. In questo caso la dicitura da indicare sugli inviti sarà “en chapeau”.
Una buona regola generale è che la misura del cappello decresce con l’avvicinarsi della sera, quindi indosseremo il cappello da cerimonia solo durante il giorno e mai dopo il tramonto. Per le cerimonie diurne sono concesse le grandi tese, sia al mattino che nel primo pomeriggio, quando il sole è alto, mentre sono proibiti i cappelli con le velette, più adatti alle cerimonie serali. In quest’ultimo caso inoltre, si può anche optare per un’acconciatura da cerimonia elegante e chic.
I copricapi in paglia o nei colori troppo vivaci sono da riservare alle cerimonie non ufficiali o in stile più easy, come può essere un matrimonio in spiaggia. Se viceversa la cerimonia è formale o istituzionale allora il cappello dovrà essere in tessuti idonei alla stagione. Ugualmente, il cappello va abbinato all’abito, deve essere realizzato nello stesso colore, l’unica eccezione consentita è per i cappelli in toni delicati come l’argento satinato il beige, il color cipria o che possono sposarsi anche con look in tinte diverse, ma rimangono da evitare i contrasti troppo evidenti. Ovviamente, in occasione di un matrimonio non si potrà utilizzare il nero a meno che non sia adeguatamente illuminato da decori ed accessori.
Come va indossato il cappello?
Di regola, il cappello va indossato calzandolo bene sulla sommità del capo, la parte centrale della tesa va verso la fronte ed è necessario lasciare scoperto un piccolo spazio tra le sopracciglia ed il cappello stesso, la cui larghezza dovrebbe corrispondere ad un cm circa.
Le donne possono indossare il cappello durante tutta la durata della cerimonia, ma non a tavola, durante i pasti infatti, si può indossare solo nel caso di un buffet in piedi o nel caso in cui il copricapo sia così piccolo da divenire quasi un’acconciatura, un po’ come le calottine anni ’50 per intenderci. Le donne possono altresì indossare il cappello anche al cinema ed a teatro ma sempre e solo se le dimensioni lo consentono.
Tra i vari suggerimenti relativi al piacere di indossare un cappello, è bene ricordare che è preferibile evitare il cappello se si è timidi, i copricapi di qualsiasi grandezza e foggia attirano inevitabilmente l’attenzione ed inoltre che è buona abitudine portate un pettine con sé per avere una pettinatura perfetta anche quando viene tolto il cappello.
Quali modelli scegliere?
In commercio esistono cappelli di tutte le fogge e modelli ma non sono adatti a tutti i volti. Come orientarsi allora?
Per coloro che hanno i capelli ricci sarà preferibile scegliere modelli morbidi, come ad esempio i baschetti alla francese, stessa cosa per i capelli corti. Perfetti i cappellini piccoli anni 50. La cloche è perfetta per chi porta la frangia perché non la appiattisce, per i visi allungati saranno perfette le tese larghe.
Piccola preview per le spose e le invitate: tra le novità della collezione 2021 della Maison La Vie En Blanc Atelier, troveremo anche i cappelli che conosceranno una nuova, importante stagione di successo e saranno protagonisti dei prossimi trend moda e wedding.
Tra i modelli intramontabili, inoltre, troviamo il classico Borsalino che deve il nome alla storica Maison e propone copricapi che ben si adattano a qualsiasi volto e raccontano la storia della cappelleria italiana. Per le fashion addicted infatti, è possibile visitare il Museo del cappello Borsalino che si trova nella storica Sala Campioni del Palazzo Borsalino ad Alessandria e comprende i campioni di tutti i copricapi prodotti dallo stabilimento a partire dal 1857, anno di fondazione, sino ai nostri giorni.
Rimanendo in tema di marchi storici, non possiamo non citare Doria 1905, un’azienda nata a Maglie (Lecce), nel 1905 appunto, da un piccolo laboratorio sartoriale nel centro cittadino, specializzato nella produzione di berretti e abbigliamento, nel quale la Famiglia D’Oria, insidiatasi in zona alla fine del secolo precedente, realizzava con artigianalità e passione capi preziosi. Oggi l’azienda vanta uno staff giovane e completamente rinnovato, composto da una divisione commerciale, una sezione Stile, 60 operai specializzati e un LAB interamente dedicato alla prototipia per il marchio Doria e per i clienti esterni. Antica manifattura cappelli, invece, affonda le sue radici nel 1936 ed oggi, l’elaborata e ricercata attività dell’Antica Manifattura Cappelli, non è orientata solo alla clientela privata, ma vanta collaborazioni con varie realtà del mondo del teatro, del cinema e della moda.
Patrizia Fabri, la splendida proprietaria della boutique di Via degli Scipioni, è custode di un vero e proprio laboratorio dove è addirittura possibile apprezzare elmi e copricapo per le varie produzioni del Teatro Massimo di Palermo, berretti storici per il Teatro dell’Opera di Roma, acconciature realizzate per le sfilate di Armani, Rocco Barocco fino ai meravigliosi cappelli scultura realizzati su disegno del grande couturier, Roberto Capucci ed esposti insieme ai suoi abiti, in una mostra permanente in Cina.
Da non perdere infine le creazioni artigianali di Valentina Sarli, fashion designer, formatasi alla scuola del grande Couturier, Fausto Sarli, Valentina oggi crea piccoli gioielli sartoriali unici e personalizzati, perfetti per ogni occasione.
Di Erika Gottardi
Posted by Woman & Bride
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